venerdì 8 marzo 2013
Giorgio Alì e Renato Manusardi BF-SAVATE
Le origini della Boxe de Rue.
Bisogna sfatare il mito secondo cui sia la più conosciuta Savate-Boxe Francese sia il suo
precursore ossia la Boxe de Rue, siano sostanzialmente una volgare scopiazzatura della Boxe
praticata in Birmania (territorio di tardiva influenza commerciale francese) o dei primi maestri di
lotta giapponese, che già nei primi decenni dell’ ‘800, cominciavano a far conoscere il loro sistema
nelle capitali europee, in particolare a Londra.
Gli studi storici portati avanti per più di 30 anni dal compianto maestro di BF-Savate Sylvain
Salvini, le testimonianze archeologiche dell’antichità greco-romana, i testi e le tavole di scherma da
guerra integrata alla difesa personale che possediamo dal Rinascimento in poi (almeno a partire
dal Fechtbücher di HansTalhoffer anni 1420-1490), la tradizione barbarica diffusa nelle tradizioni
popolari della lotta bretone, lotta turca, kick del Devonshire, Savate parigina, Chausson
Marsigliese, lotta coi calci sarda e tante altre forme di lotta totale, dimostrano inequivocabilmente
l’origine europea della Boxe de Rue e del suo figlio primogenito, la Savate-Boxe Francese.
La riscoperta storica dell’antico Pancrazio da parte del Salvini, nonché la sua odierna forma con
cui oggi viene insegnato come precursore greco-romano delle attuali MMA (Mixed Martial Arts),
vedono in esso il fondamento più antico, ma non l’unico, della Boxe de Rue.
La Boxe de Rue si accresce e accomuna in sé anche tutta l’esperienza bellica romano-barbarica,
medievale e rinascimentale della pugna ossia la mischia, il momento dello scontro tra due gruppi
guerrieri, quando l’ingegno personale delle mani nude doveva supplire spesso lo spezzarsi di
un’arma o la sua perdita. Inoltre, la tradizione pacifica delle varie lotte locali, praticate dalle etnie
barbariche in periodo di pace durante le fiere e le feste di comunità, contribuiscono ulteriormente
alla cristallizzazione di un sapere tecnico marziale propriamente europeo.
Quindi, attraverso il doppio filone degli eserciti europei da una parte e di quello delle tradizioni
contadine e urbane dall’altra, ecco che, partendo dal Pancrazio greco-romano, questo variopinto
sapere tecnico marziale e di difesa si arricchisce della cultura bellica e ludica barbarica, passa
attraverso il feudo, il castello e l’abazia medievali, risale le libere città comunali e le Signorie
rinascimentali fino ad arrivare a trovare una propria forma più completa di altre nella Francia
monarchica pre rivoluzionaria e poi dell’Impero napoleonico, ricchi di tradizioni marziali e popolari.
In questa ammirabile tradizione francese, troviamo testimonianza di testi scritti come pure
d’immagine di stampe e poi fotografiche, di quella che al giorno d’oggi resta il più antico e valido
sistema di autodifesa europea: la Boxe de Rue.
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