martedì 1 dicembre 2009


Proseguono con una buona continuità (il prossimo si terrà a Milano ancora una volta presso il Collegio San Carlo in Via Zenale n. 6 il 12 dicembre prossimo venturo!) gli stage organizzati dal M.o Giorgio Alì, ora non solo nella sua veste di responsabile dell’omonima Equipe genovese ma anche - e soprattutto - quale Direttore Tecnico del rinato settore BF- Savate/Chausson della E. N. B. F., la storica associazione sportiva della famiglia Manusardi che, negli ultimi quindici anni, si era occupata solo (?) di scherma, canne e bastone italiano a due mani.
Infatti, proprio a Genova (come noto la prima città italiana dove venne introdotta la Savate già a fine ‘800) si è tenuto il nuovo stage sotto l’egida della E.N.B.F. e, in presenza di quel monumento vivente degli sport da combattimento qual’è il M.o Italo Manusardi nella sua veste di Presidente, una ventina di atleti (prevalentemente liguri ma provenienti anche da Milano e Bergamo nonostante previsioni di tempo inclemente ed il derby calcistico cittadino) si sono trovati per sudare via un po’ di tossine.
Il programma al quale si è assistito presso lo Sport Club Molassana Boero (che ospita la palestra dove insegna Giorgio Alì) è stato quello “standard” per lo sport praticato: riscaldamento della muscolatura con corsa, slanci di gamba e piegamenti, lavoro di braccia, spalle e collo, allungamento e stretching di tutto il corpo, per continuare con tecniche di pugno e calcio prima singole, poi a coppia e, dulcis in fundo, serie continua assalti nel ring (a proposito dei quali devo rimarcare le ottime capacità di resistenza di uno degli atleti liguri allenati da Alì che si è fatto più di una dozzina di round da 1 min. e mezzo senza mai perdere lucidità, ritmo e precisione!).
Emozionante l’incontro tra il M.o Manusardi e il M.o ligure Pavani (tra l’altro recentemente insignito del titolo di Cavaliere così che oggi abbiamo anche il primo Maestro di savate ad averlo ricevuto) che, per ricordare i bei tempi andati (quelli di quando erano gli italiani ad insegnare la salvate ai francesi!!), si era portato con sé un album fotografico con alcune incredibili fotografie del M.o Lazzaro Delfino e delle lezioni tenute presso la famosissima palestra Mameli del M.o Messina oltre a foto di incontri e allenamenti di tutti i più famosi tireur italiani! Interessantissime le osservazioni fatte dai due grandi Maestri su alcune tecniche della savate ormai poco usate quali la “puntata” frontale (tipo chassé frontale ma con la punta del piede stesa come per il fouettè) doppiata in fouettè alto, o sul “calcio dell’asino” di cui pare fosse velocissimo esecutore Lazzaro Delfino, così come sui calci girati bassi (e sulle spazzate) eseguite appoggiando le mani – meglio: i guantoni – a terra com’era uso farsi nello chausson e sugli chassè alla genovese (recentemente introdotti pure dai francesi che li avevano sempre vietati…).
Queste ultime considerazioni mi portano a concludere che la savate in stile italiano ha sicuramente ancora un notevole bagaglio culturale (superiore persino a quello dei francesi!) che stava per andare perduto (compreso quello delle discipline collegate della canne italiana e del bastone a due mani!) e che la nuova E.N.B.F., grazie agli sforzi di Giorgio Alì, farà di tutto per diffonderlo.
Ci vediamo il 12 dicembre prossimo a Milano!

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